Il Bullismo nuoce alla società in modi devastanti, sfavorisce lo sviluppo sociale ed economico, alimenta l’aggressività e la criminalità. Un paese moderno non può e non deve tollerare tutto questo. La prepotenza del persecutore sul perseguitato è spesso legata alla superiorità dovuta all’età, alla forza fisica, o al sesso. La vittima è più sensibile degli altri coetanei alle prese in giro, non sa o non può difendersi adeguatamente e ha delle caratteristiche fisiche o psicologiche che la rendono più incline alla vittimizzazione. La vittima si sente isolata ed esposta, spesso ha molta paura di riferire gli episodi di bullismo perché teme rappresaglie e vendette.
Il bullismo è un malessere sociale fortemente diffuso, sinonimo di un disagio relazionale che si manifesta soprattutto tra adolescenti e giovani, ma sicuramente non circoscritto a nessuna categoria né sociale né tanto meno anagrafica. Il bullismo si evolve con l’età, cambia forma, e in età adulta lo ritroveremo in tante, troppe prevaricazioni sociali, lavorative e familiari.
La boxe e la kick-boxing per insegnare ai giovani ed ai meno giovani che con la violenza si perde.
Gli sport da combattimento hanno proprio questo obiettivo: insegnare il rispetto per gli altri, è con questo che si vince.
La boxe e la kick-boxing non hanno niente a che fare con la violenza, la cattiveria e la rabbia. Il pugilato ha una marcia in più perché contribuisce ad aumentare l’autostima. Questo accade perché, con la boxe, si acquisisce maggiore sicurezza in se stessi e si impara a gestire la propria aggressività con un maggior controllo.
A questo riguardo, è fondamentale il ruolo del maestro perché se il maestro è il primo bullo, allora, il risultato è l’opposto: non si previene la violenza ma si incentiva.
I tratti salienti di queste due discipline si possono racchiudere in poche frasi: sono sport fatti di disciplina ferrea, a partire dall’allenamento che richiede sacrificio e impegno, e di rispetto per l’avversario. Sul ring, infatti, non si fa a botte, ma ci si affronta senza colpi bassi e senza infierire o sbeffeggiare l’avversario.
Il bello è che chi non rispetta le regole è fuori anche se, nella vita, accade il contrario e c’è chi fa il furbo e sceglie scorciatoie. Negli sport da combattimento, invece, la furbizia non conta: bisogna saper vincere e ancora di più saper perdere perché può esserci sempre qualcuno più forte di te. La boxe, è una metafora della vita: capita di cadere ma devi trovare la forza per rialzarti e andare avanti. Così è anche nel pugilato: dopo una sconfitta c’è sempre un’altra occasione per tornare a vincere.
La nobile arte contro il bullismo? La boxe migliora il rapporto con gli altri: si impara così a riconoscere e difendersi al meglio dai fenomeni negativi. Lo scopo non è di insegnare offesa o aggressione fisica, ma piuttosto il rafforzamento della stima di sé e miglioramento personale.
Nel pugilato, che è comunque uno sport in cui si combatte, le regole ci sono e c’è un grande rispetto per l’avversario; è il contrario della violenza, poiché insegna ai pugili ad essere uomini e a convivere pacificamente con gli altri.
Si insegna ai ragazzi il rispetto per l’autorità, il sacrificio del lavoro in palestra ed in altri luoghi, la voglia di superare i propri limiti e soprattutto ad impiegare le proprie capacità fisiche e psicologiche al servizio di qualche buona causa piuttosto per intimorire qualche altro ragazzo.
CFC Padova è ben lieta di dare spazio a corsi rivolti a ragazzi in età scolare, in quanto pugilato e kickboxing – discipline che insegnano il confronto con gli altri nel rispetto assoluto delle regole – si trovano a condividere con la scuola lo stesso orizzonte educativo e la medesima ambizione a trasmettere ai giovani regole comportamentali da applicarsi nella vita di tutti i giorni.
Vogliamo intervenire nell’educazione e nell’orientamento dell’aggressività dei giovani partendo dalla volontà di sfruttare le prerogative pedagogiche degli sport da combattimento in un’ottica di prevenzione e di contrasto al fenomeno del bullismo sistematico.
La boxe è uno sport auto-disciplinare con delle regole molto precise, capace di sviluppare onestà, lealtà e rispetto dell’avversario, principi questi fondamentali nelle prime fasi dell’età evolutiva, utili agli uomini e alle donne di domani”.
Ci si può avvicinare agli sport da combattimento per diversi motivi: semplicemente per praticare un’attività fisica sana, a livello agonistico e non; per imparare un metodo di autodifesa; per riscoprire se stessi e mettersi in gioco; per iniziare un viaggio interiore; o per tutti questi motivi messi insieme.
Tutto quello che impariamo in palestra lo portiamo anche fuori, nella vita di ogni giorno, ed è così che ci ritroviamo più sicuri di noi stessi, con una capacità di concentrazione superiore e con un elevato senso del rispetto verso il prossimo (elemento che sta alla base di ogni lezione).
Ai ragazzi serve per imparare la coordinazione psico-fisica e per acquisire il rispetto verso il prossimo. È utile anche per ricordare e consolidare la sicurezza nel contatto fisico tra le persone, in una società che tendenzialmente va verso l’allontanamento e la virtualizzazione dei rapporti umani. Inoltre, per dare una giusta e stimolante alternativa al far niente, per accendere un forte spirito competitivo, per imparare a focalizzare un obiettivo e portarlo avanti, per sfogare in maniera positiva le proprie energie.
Per gli adulti, per praticare un’attività sana e che al contempo insegna qualcosa di efficace, per acquisire consapevolezza di se stessi, per apprendere che possiamo superare i nostri limiti mentali, e perché no, per inserirsi in un gruppo di persone, magari un po’ fuori dalle righe, ma con sani e solidi principi. Per chi di anni ne ha già macinati, per scoprire che non è mai tardi per iniziare con un’attività nuova, per imparare che la forza non è solo quella fisica ma c’è ne è, se impariamo a svilupparla ed utilizzarla, dentro di noi sotto forma di energia, ed infine per praticare un’attività che ci mantiene mentalmente attivi.
Uno sport da combattimento, che ad un occhio inesperto potrebbe sembrare non adatto a questo scopo, può essere per questi giovani una buona soluzione. Infatti, la prima cosa che si impara è il rispetto per gli altri, per il mister, per l’adulto e ad affinare le proprie tecniche di difesa.